giovedì 30 dicembre 2010

DIPINGERE IL MONDO

«Questo è il volto che hanno le cose quando siamo felici. Il mondo è sempre così, siamo noi che lo dipingiamo del colore della nostra angoscia o della nostra infelicità… il mondo prende i nostri colori.» (Cees Nootenoom)
Eccoci alle ultime ore del 2010. tutti i giorni che esso ha contenuto, tutte le opere compiute e le cose viste hanno avuto colori diversi, ora cupi ora luminosi, e noi siamo convinti che siano queste realtà a essere così, indipendentemente da noi e dalla nostra volontà. E invece, nella riflessione sopra citata, il maggiore scrittore olandese vivente, Cees Nooteboom, nella sua opera “Philip e gli altri” (Iperborea 2005) ci ricorda che siamo noi a dipingere di colori o a immergere nel nero pece le realtà della vita e del mondo. Quante volte, anche quest’anno, una nostra insoddisfazione ha velato le albe, una nostra amarezza ha intristito la primavera, una nostra freddezza interiore ha raggelato l’estate, un nostro odio ha arrossato le nevi invernali e una nostra pigrizia ha spento il dialogo coi familiari e gli amici.

Tra poche ore sorgerà il nuovo anno che vorremmo colorato e festoso. Certo, non tutto dipende da noi, perché facciamo parte di un disegno più grande. Ma sta a noi dare luce a tanti spazi di questo mondo. Parafrasando un detto evangelico, Rabelais nel suo celebre “Gargantua e Pantagruel” scriveva: «Le ore sono fatte per l’uomo, non l’uomo per le ore». Dobbiamo dominare il tempo, colmarlo di atti giusti, rasserenarlo e fecondarlo come un terreno da coltivare e da far fiorire. Dipingiamo, allora, il mondo col colore della speranza e non immergiamolo nel grigio della rassegnazione.

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