«Forse la cosa più bella della psicologia analitica di Jung è il concetto di individuazione. Scopo della psicoanalisi è il processo di individuazione, che può essere tradotto con una frase emblematica di Nietzsche: “Diventa ciò che sei”, nel senso che nella nostra vita noi continuiamo a seguire dei modelli, che sono necessari, perchè si cresce per processi imitativi. I bambini crescono perchè vedono, imitano, ma poi bisogna staccarsi da questa imitazione e diventare quello che propriamente si è. Una ricognizione di sé. E qui c’è tutta la cultura greca alle spalle di questo concetto. L’oracolo di Delfi diceva “gnôthi seautón”, “Conosci te stesso”, e la prima condizione per diventare se stessi è quella di conoscersi, conoscere le proprie potenzialità la propria aretè, la propria virtù, la propria capacità, ciò per cui sei nato. E se riesci a far fiorire ciò per cui sei nato, se davvero diventi te stesso al di là dei modelli che vuoi imitare, al di là delle belle cose che ti vengono fatte vedere, se riesci a diventare te stesso, raggiungi la felicità. Scopo dell’analisi è diventare se stessi. E per questo però bisogna uscire dai comportamenti collettivi, dice Jung, non bisogna essere come gli altri, non bisogna essere neppure eccessivamente eccentrici perchè non bisogna confondere l’individuazione con l’eccentricità, ma quello di diventare se stessi è la condizione non solo della salute ma addirittura della felicità.» (Umberto Galimberti)
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